Capriccio, passione gourmet in chiave femminile

E’ da anni riconosciuto come uno dei massimi “templi” della ristorazione gardesana d’eccellenza: ma l’attuale prestigio del ristorante Capriccio di Manerba affonda le radici in una storia lunga ormai quasi mezzo secolo. Una lunga esperienza maturata sull’onda di un avvicendamento generazionale che oggi vede al vertice del locale due donne sole al comando: Giuliana Germiniasi e la figlia Francesca Tassi, una coppia affiatata ed in sintonia, che garantisce un tocco di squisita sensibilità ed eleganza femminile ad una delle proposte gastronomiche di più alto livello oggi sperimentabili sul Garda. Ma questa vocazione all’eccellenza non è una novità per chi conosce le vicende di un ristorante le cui origini risalgono agli anni’60, quando i fondatori Maria Veggio e Martino Germiniasi lo hanno inaugurato in una sede diversa da quella attuale di piazza San Bernardo, a Montinelle. Divenuto presto un locale amatissimo per la sua cucina tradizionale ma ricercata al tempo stesso, il Capriccio ha in seguito mutato pelle con l’arrivo di Giuliana, figlia dei fondatori, e del marito Giancarlo Tassi, che hanno cominciato sperimentare sul patrimonio di solida credibilità costruito nel tempo da Maria Veggio, introducendo nella proposta gastronomica un elemento di forte creatività. In pochi anni, il Capriccio è così divenuto uno dei “top restaurant” del Garda, guadagnandosi anche la stella Michelin costantemente mantenuta fino ad oggi. Qualche anno fa, la prematura scomparsa di Giancarlo Tassi ha spinto la figlia Francesca (che ha oggi 25 anni) ad inserirsi nel locale per prendere discretamente il posto del padre in sala. Oggi, a contraddistinguere il Capriccio è quindi un’anima rosa che influisce con un tocco di ineguagliabile eleganza e delicatezza su una proposta gastronomica che resta sempre ai vertici pur non avendo smesso di evolversi, di crescere, di cercare nuove strade per interpretare le esigenze emergenti del pubblico. Per esempio il locale, per quanto conosciuto come tradizionalmente vocato soprattutto al pesce, ha oggi una proposta consistente anche sulla carne, simboleggiata ad esempio da un piatto come il Guanciale di Vitello Brasato con purea di mele candite o gli ormai classici Ravioli con ripieno di farina di mais e Bagoss. L’altra interessante novità è la politica di differenziazione sui prezzi. “Chi oggi viene al Capriccio – racconta Francesca – può trovare anche piatti a 18 euro, con materie prime magari più povere ma sempre di elevatissima qualità nei quali si ritrova tutta la cura, la tecnica e l’attenzione alle cotture della cucina di mia madre. E’ un tentativo di parlare anche al pubblico dei giovani, spesso intimoriti dall’idea di avvicinarsi ad uno stellato: e devo dire che sta cominciando a funzionare”. A quest’ultimo scopo è funzionale anche la vicina vineria Il Gusto, una sorta di declinazione molto più easy in cui degustare prodotti e vini di altissima qualità con conti meno impegnativi. Insomma, il Capriccio resta pur sempre l’elegante scrigno di portate sontuose come lo Spaghetto all’astice bretone o l’Insalata ricca di Crostacei e Pesci: ma oggi è anche qualcosa in più, una sorpresa che coniuga eccellenza ed agilità della proposta sull’onda di un incondondibile tocco di gentilezza femminile. Oltre che un’esperienza sensoriale assolutamente da regalarsi in una location che, anche dopo i recenti rinnovamenti voluti da Francesca, ha comunque mantenuto l’inimitabile fascino per la quale è giustamente famosa.

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