Lugana, Perla del Garda scommette sul biologico

Perla del Garda scommette su un futuro sotto il segno del biologico: i successi di produzioni come il Lugana Bio, selezionato per il Merano Wine Festival 2018 dove ha ottenuto l’Award per il secono anno consecutivo, hanno spinto la cantina condotta da Giovanna Prandini con il fratello Ettore ad accelerare il processo di conversione globale al bio. La scelta riguarderà quindi l’intero vigneto aziendale, salito ormai a 34 ettari complessivi dai 23 originari, dei quali 8 già certificati.

“Un passo per noi importantissimo, che abbiamo deciso di intraprendere con la consulenza del gruppo agronomico SATA ed in particolare di Marco Tonni (nella foto con Giovanna Prandini), che rappresentano ormai una garanzia in materia di biologico non solo in Lombardia ma a livello nazionale – spiega Giovanna Prandini – Dalla verifica delle esperienze effettuate negli anni passati abbiamo maturato la decisione di avviare la conversione per l’intera tenuta, un piano quinquennale per arrivare ad una produzione 100% certificata.  Nell’attesa ampliamo la gamma con il Madre Perla 2016 bio: un Riserva che abbiamo presentato ufficialmente  a Vinitaly 2019”.

Scelta per altro non comune, quella del bio in Lugana. “Per noi non è un atto ideologico, vogliamo sperimentare ed osare in un percorso di ricerca serio e trasparente che contempli anche la valutazione di tutti gli aspetti legati all’impatto ambientale tenendo fede alla nostra sfida qualitativa originaria: ambivamo fin dagli inizi a diventare un’eccellenza del Lugana, oggi siamo gli unici a declinarlo in tutte le tipologie con ben sette etichette che rappresentano il 90% della produzione”.

Perla del Garda è oggi una realtà da 150 mila bottiglie, in forte crescita sui mercati esteri con una quota export arrivata nel 2018 a sfiorare il 37% del giro d’affari complessivo contro il 20% del 2017.

“La crescita dei volumi ci ha portato ad aprire maggiormente ai mercati di lingua tedesca dove abbiamo quasi raddoppiato le vendite: motivo di grande soddisfazione, anche in prospettiva futura considerato che l’obbiettivo è quello di crescere ulteriormente ed arrivare a quota 200 mila bottiglie”.

Nell’attesa, la vendemmia 2018 si è chiusa con un bilancio molto positivo.

“Una campagna straordinaria dal punto di vista quantitativo, e crediamo anche da quello qualitativo: sembrano esserci davvero tutte le condizioni per una grande annata, capace di esaltare la forte connotazione di un terroir in zona collinare che si esprime in modo diverso rispetto alle zone argillose vicino al lago: il nostro scheletro di terreni sassosi e poco ricchi di acqua portano in bottiglia caratteristiche di mineralità e sapidità che si traducono in un’identità di complessità e piacevolezza divenuta ormai un po’ il nostro marchio di fabbrica”.

Ma Perla del Garda è anche olio d’oliva: nella gamma dell’azienda spicca anche una piccola produzione di extravergine che arriva dalle olive di 700 piante di proprietà. “La frangitura – sottolinea Giovanna Prandini – viene effettuata nel Frantoio Monte Croce a Desenzano dall’amico Paolo Venturini, la produzione finale è destinata a diventare il nostro olio di oliva extravergine Garda Dop”.

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