Lugana, un cinquantesimo da record

Con la cena di gala ospitata a Pozzolengo il Consorzio Lugana ha ufficialmente chiuso nei giorni scorsi le celebrazioni per il cinquantesimo della denominazione: un anniversario che coincide con un nuovo primato quantitativo, quello del 2016, quando le bottiglie prodotte dalle 113 cantine della filiera hanno sfondato il tetto dei 15 milioni, raggiungendo per la precisione quota 15.120.133. Ma la cosa ancor più significativa è che secondo quanto dichiarato dall’organismo consortile, questa produzione è già virtualmente sold out, in quanto la disponibilità nelle aziende è ormai esaurita. Insomma, il momento di grazia del fenomeno Lugana non sembra conoscere incrinature: i numeri ufficiali 2016 parlano di 1.586 ettari coltivati in 5 comuni (Desenzano del Garda 36%, Pozzolengo 32%, Peschiera sul Garda 14%, Sirmione 10% e Lonato del Garda 9%), una produzione di uva di 182.450 quintali, di vino di 127.715 ettolitri, con un valore di produzione bottiglie pari a 66.528.585 euro, mentre il prezzo medio dell’uva ha raggiunto i 190 euro al quintale, record italiano per i bianchi.

“E’ un successo che non ci stupisce – commenta il presidente del Consorzio Luca Formentini -. Ciò che stiamo sperimentando è  frutto di un’attenta strategia iniziata dai miei predecessori e portata avanti con grande serietà e con una visione di lungo periodo da tutti coloro che si sono avvicendati alla guida del Consorzio e da questo Direttivo. Ciò non significa pero che sia scontato o che si possa vivere di rendita. Per poter mantenere questi numeri e continuare a crescere è stato necessario l’impegno di tutti, non solo delle cantine ma anche dei 196 viticoltori che compongono la filiera del Lugana, e una continua disponibilità a mettersi in discussione per ascoltare le richieste dei consumatori, anche di mercati nuovi e diversi, sapendo però mantenere la forte identità che ci contraddistingue e che è il nostro punto di forza”.

Il Lugana d’annata continua ad essere il volano della Doc con il 90% dei volumi totali.

“Ma anche le altre tipologie sono in crescita per popolarità e riscontro da parte degli estimatori – spiega il direttore Carlo Veronese – . Superiore, Riserva, Vendemmia Tardiva e Spumante stanno regalando tante soddisfazioni ai produttori, a conferma di come l’imprescindibile connubio di terroir con la Turbiana,  assolutamente unico e irripetibile, riesca proprio in queste altre declinazioni e nelle vecchie annate ad esprimere tutto il suo potenziale”.

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