Manestrini. olio per vocazione

La cultura dell’olio extravergine d’oliva, sulla riviera bresciana del Garda, è una tradizione che fa ormai parte della quotidianità: tantissimi i piccoli proprietari che producono essenzialmente per autoconsumo, meno numerose le realtà strutturate che hanno concentrato prioritariamente sull’olivicoltura la propria atività. Per il Frantoio Manestrini, a Soiano del Lago, l’olio è una vocazione che affonda le radici nella storia del territorio: l’attuale tenuta, sulla quale sorgeva un ex-convento francescano del 1330, è stata acquisita dalla famiglia nel 1880 per avviare un’azienda agricola. “A quei tempi c’era già un oliveto e le olive venivano molite in altre zone – racconta Nicoletta Manestrini, attualmente a capo dell’azienda -. Poi mio padre Egidio, nel 1960, ha deciso di cosruire il primo frantoio per lavorare direttamente la forte produzione che arrivava dalla nostra proprietà considerato anche che di realtà analoghe ce n’erano poche. Da allora la produzione di extravergine è diventata una tradizione di famiglia”. Nel 2006, l’ultimo passaggio con il trasferimento nella sede attuale, e la realizzazione di una nuova, moderna struttura di produzione a ciclo continuo, con macchinari in acciao inox per un’estrazione per centrifuga e non più a pressione, con tre uscite dirette (olio, acqua e sansa) che non non richiedono più alcun procedimento per  separare l’acqua dal prodotto finale, scelta per contenere al massimo i rischi di ossidazione.

“La peculiarità di mio padre, che ancora è al mio fianco in azienda, è sempre stata quella di voler essere all’avanguardia – spiega Nicoletta -. Sia sul fronte delle tecniche che delle attrezzature ha sempre voluto seguire con grande attenzione l’evoluzione della tecnologia. Ora siamo arrivati ad un metodo di estrazione del quale siamo particolarmente soddisfatti e convinti, in quanto consente di conservare un maggior contenuto di polifenoli con un risultato finale che enfatizza in particolar modo le gli aromi fruttati. E nel nostro ciclo produttivo, a parte l’acqua, non buttiamo via nulla: il nocciolino viene usato per la combustione, la polpa per gli impianti a biogas”.

Attualmente il frantoio può contare su un oliveto di proprietà di oltre 2000 piante, ma acquista allo stesso tempo oliva dai produttori locali, lavorando inoltre per conto terzi spremendo e imbottigliando per altre aziende e cantine. La produzione ammonta a 3000 quintali di oliva per un totale di 350 quintali di olio suddiviso in quattro tipologie: il Dop Garda Bresciano, due monocultivar, Casaliva e Leccino, certificati da Agroqualità tramite Aipol per garantire la tracciabilità di filiera, e poi extravergine tradizionale. Il grosso delle vendite viene realizzato nello shop aziendale, dove i clienti sono in gran parte stranieri. “Le nostre esportazioni non superano il 10% del totale, ma in realtà la percentuale della nostra produzione che va oltreconfine equivale all’incirca all’80% grazie ai tantissimi turisti che acquistano in negozio e si portano il prodotto a casa – spiega Nicoletta -. Il nostro olio si puà trovare anche in alcuni negozi e gastronomie, ma il canale principale rimane la vendita diretta”.

Da qui è nata l’idea di ampliare lo shop (dove per altro è sempre possibile assaggiare gli oli in vendita prima dell’acquisto), allargando l’assortimento anche ad una serie di altre referenze innovative sempre basate sul prodotto aziendale come gli oli aromatizzati, una gamma cosmetica di prodotti a base extravergine (crema viso o corpo, bagoschiuma, shampoo, saponi) o una linea di sottoli. Anche i Manestrini, come tutti in zona, sono reduci da una la campagna 2014 molto difficile, segnata da una perdita del 50% della produzione. “Siamo già partiti con la potaura – conclude Nicoletta – siamo pronti alla concimazione e speriamo in un’annata più clemente sul fronte delle condizioni meteo per riguadagnare le nostre dimensioni produttive abituali”.

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