Redaelli, l’enoturismo sposa il biologico

E’ un’azienda dove si respira ancora il carico della storia: una tenuta da 110 ettari con una cantina del 1623, che lavora le uve di 42 ettari di vigneto. L’ambiente circostante si completa con oliveto, bosco, aree a seminativi, allevamento. E poi un agriturismo ed un ristorante specializzato in cerimonie. L’agricola Redaelli De Zinis, a Calvagese della Riviera, è una specie di monumento ricco di suggestioni della memoria: qui operò Ugo Redaelli De Zinis, nonno dell’attuale proprietario, primo laureato italiano in enologia (nel 1906 a Montpellier). E’ tuttavia anche un’azienda al passo con i tempi, che ha da poco annunciato un’importante notizia come il passaggio all’agricoltura biologica: dalla vendemmia 2014 infatti l’intero vigneto aziendale è stato sottoposto al consueto periodo triennale di conversione al nuovo sistema, come previsto dalla normativa italiana, con l’obbiettivo di arrivare nel 2017 alla prima vendemmia bio in piena regola. I primi vini certificati saranno quindi sul mercato a partire dal 2018, cominciando quasi inevitabilmente con il Chiaretto per coinvolgere in seguito l’intera produzione, che oscilla tra le 350 e le 400 mila bottiglie con netta prevalenza dei vini rossi (oltre 270 mila bottiglie). “Il mondo dei consumatori è sempre più attento ai temi del salutismo e dell’alimentazione di qualità – spiega Alessandro Redaelli De Zinis, attuale proprietario dell’azienda di famiglia -. Emerge ormai in maniera preponderante la richiesta di una filiera garantita dal campo alla tavola che offra garanzie totali sul profilo del prodotto acquistato: questo sia fra gli italiani che soprattutto fra gli stranieri, che per noi rappresentano del resto un target importantissimo”.

Redaelli De Zinis è da sempre una realtà che ha scommesso in maniera convinta sull’enoturismo: la cantina, sempre aperta, ospita ogni anno un passaggio di circa 50 mila persone, grazie anche alla complicità dell’annesso ristorante Borgo alla Quercia, utilizzato unicamente per cerimonie ed eventi. Qui si tengono anche numerose serate enogastronomico-culturali, e nella tenuta è attivo anche l’agriturismo Valchiese, che propone merende a base di salumi e formaggi da abbinare alla degustazione dei vini aziendali (su prenotazione). Da qui si può poi andare tranquillamente alla scoperta della tenuta, dove è ancora attiva una piccola chiesa del ‘600 e  dove sono stati creati addirittura angoli di relax con tavoli in pietra nel bosco. Nello shop, non solo i vini, ma anche l’olio extravergine di oliva (la cui produzione nella campagna 2014 ha subito un calo del 60% nel 2014), pasta fatta con il grano duro di produzione aziendale, ed addirittura prodotti cosmetici a base di Groppello, il vitigno principe della zona. “Siamo stati fra i primi a comprendere che l’abbinamento dell’agricoltura al turismo poteva essere vincente in un territorio come quello del lago di Garda e in particolare della Valtènesi – conclude Alessandro Redaelli De Zinis -. Quest’anno avremo addirittura 11 pullman di turisti australiani che verranno a visitarci: è un motivo d’orgoglio, ma siamo anche convinti che si possa fare anche di meglio e di più viste le attrattive uniche del territorio sul quale operiamo”.

 

La bottiglia.

Il simbolo dell’azienda è sicuramente il Groppello di Mocasina, che viene prodotto da 180 anni nella stessa bottiglia “Malformata” anticamente brevettata dall’azienda ed oggi utilizzata da tre cantine in tutta Italia. E’ prodotto con uve 100% Groppello in tank d’acciaio ed in seguito sottoposto ad affinamenti più o meno lunghi in grandi botti di rovere di Slavonia o barrique di rovere Limousine (Quercia dei Pirenei). E’  proposto sia giovane che invecchiato (la vendemmia più vecchia attualmente in commercio è il 2005). Nella gamma da citare anche il Garda Rosso Superiore (almeno tre anni in legno) ed il Valtènesi Rosso.

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