Ca Maiol, il Lugana guarda al bio

La febbre del biologico sembra destinata a contagiare anche il Lugana: a crederci è in modo particolare l’azienda agricola Ca Maiol di Fabio Contato, uno dei colossi del panorama vitivinicolo gardesano con una produzione di 1,8 milioni di bottiglie nella quale sono incluse anche le tipologie della Doc Valtènesi. Nel 2016 diventerà infatti biologica parte della produzione del celebrato Lugana Molin, che nella versione 2014 è stato l’unico bianco lombardo, nonché l’unico Lugana, a conquistare i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Per il momento solo una parte della produzione della vendemmia 2015 verrà commercializzata come certificata bio, ovvero quella relativa ai 14 ettari che hanno terminato per primi il periodo triennale di conversione al nuovo sistema colturale previsto dalla legge: il progetto però riguarda 44 ettari di vigneto “storico” dell’azienda e si concluderà nel 2017, quando l’intera produzione di Molin arriverà sul mercato con il bollino della certificazione biologica.

“Siamo molto soddisfatti dei primi risultati” –, racconta Fabio Contato, leader dell’azienda di Desenzano -. Con la metodologia bio abbiamo ottenuto un prodotto senza dubbio più schietto e tipico, più legato alla matrice del vitigno. Come dire, un Lugana più vicino alla sua vocazione più tradizionale”.

E’ questa una delle principali novità dell’intenso 2015 vissuto dalla winery desenzanese, che per altro proprio quest’anno ha affrontato un passaggio particolarmente impegnativo come il cambio di denominazione: abbandonato in via definitiva il vecchio ed un po’ equivoco nome di Provenza, la cantina si chiama ora a tutti gli effetti Ca Maiol.

“Non è stato facile abbandonare un marchio con il quale eravamo conosciuti dal 1960 – racconta Fabio -. C’è voluto un atto di coraggio ma questa scelta andava fatta perché questo riferimento alla Francia rischiava di rappresentare un fattore di confusione. Abbiamo quindi deciso di andare in direzione contraria, rafforzando il brand nel legame con il toponimo originale della zona dove sorge la nostra azienda: ovvero la Cascina Maiol eretta nel 1710 da Sebastiano Maioli, uomo di legge desenzanese, che è a tutt’oggi il cuore della nostra sede”.

Maioli, a quanto sembra, era per altro un grande appassionato di viticoltura: negli scavi effettuati sui terreni sono state ritrovate per tre volte delle radici di vite, a dimostrare che questo era un luogo deputato anche anticamente alla produzione di vino.

“Alla fine il cambiamento ci ha fatto bene e ha rafforzato la nostra immagine – spiega Contato -. Ci siamo ricollocati nel modo giusto nel nostro ambito territoriale, ed il mercato ci ha dato ragione: quest’anno chiuderemo con una crescita del 25%”.

I vini Ca Maiol sono molto apprezzati a livello internazionale: il 55% della produzione prende la via dei mercati esteri, con la Germania primo cliente storico cui si affiancano però nuovi Paesi come Australia e Russia. Il Lugana è ovviamente la referenza principe, declinata in tre etichette come il base Prestige, il già citato Molin, e il Fabio Contato Riserva (Cinque Grappoli della Guida Bibenda conquistati quest’anno per il 2012), cui si aggiunge un metodo classico disponibile sia in versione 36 che 60 mesi. E poi ci sono le tipologie della Doc Valtènesi: il Chiaretto, il Groppello, ed il Fabio Contato Rosso, che attualmente è ancora un Garda Classico (Medaglia d’Oro al Conccours di Bruxelles con il 2009) ma diventerà un Valtènesi con l’annata 2011. “Credo molto in questa Doc, che rappresenta una grande opportunità per l’area del Garda – afferma Contato -. Per noi, dopo questa ultima conversione alla denominazione, il Valtènesi avrà un peso importante, pari a 300 mila bottiglie circa”.

Il biologico rappresenta un passo impegnativo.

“Abbiamo scelto di guardare con nuova attenzione al consumatore per dare prodotti più sani. Ma non ci fermiamo qui; il nostro è un percorso green più ampio in termini gestionali, che va dall’abbattimento del 40% di energia utilizzata con l’adozione dell’illuminazione a Led fino alla decisione di riscaldare gli ambienti con i pellet di vite dei nostri campi dal 2016. Anche qui: scelte non facili, ma nelle quali crediamo profondamente”.

 

La Bottiglia

 

Il fiore all’occhiello della vasta produzione Ca Maiol è senza dubbio il Lugana Riserva Fabio Contato. “E’ un vino che amo particolarmente – spiega Fabio- ovviamente non solo perché porta il mio nome, ma anche perché ci ha portato a grandi riconoscimenti ed apprezzamenti sul mercato nazionale ma anche in Paesi come Svizzera e Giappone”.

Alla base di questo Riserva c’è una rigorosa cernita manuale delle migliori uve dei vigneti più vecchi dell’azienda, effettuata da 10 persone di fiducia scelte dallo stesso Contato, che procedono alla selezione sulla base di criteri che vanno dalla conformazione del grappolo alla consistenza del chicco. La raccolto avviene a fine settembre, quando le uve sono già in uno stadio di maturazione avanzata: la vinificazione iniziale è in acciaio, poi il tutto passa in barrique nuova francese di tostatura medio bassa dove rimane per 8 mesi effettuando anche la malolattica. Segue l’assemblaggio in botte d’acciaio per 6 mesi, ed ulteriori sei di affinamento in bottiglia prima di approdare sul mercato. Il prodotto finale conferma le grandi doti di longevità tipiche del Lugana: sostenuto dai tannini del legno, è un vino che tiene bene anche sulla lunga distanza, fino anche a dieci anni, e che trova la sua più compiuta espressione nell’abbinamento a piatti a base di tartufo, foie gras o carni bianche in casseruola.

Lascia un Commento