Un decennale “frizzante” per Perla del Garda

E’ sicuramente una delle insegne di maggior rilievo nel comparto del Lugana. Ma negli ultimi tempi Perla del Garda sta emergendo anche come punto di riferimento gardesano per il mondo sparkling: la recente conquista delle Cinque Sfere, massimo riconoscimento della guida Sparkle, per il Garda Chardonnay Castel Guelfo Riserva dei Fondatori Extra Brut 2007 ha sicuramente aperto nuovi scenari nel futuro di questa cantina, che nel 2016 taglierà l’importante traguardo del primo decennale di attività.

“Ricevere un riconoscimento così importante per questo vino non è stato facile – racconta Giovanna Prandini, al vertice dell’azienda di Castelvenzago di Lonato insieme al fratello Ettore (conosciuto come leader di Coldiretti Brescia e Lombardia ma anche vicepresidente nazionale dell’organizzazione)- . Sicuramente tuttavia si tratta di un bel modo per dare il via ai festeggiamenti per i primi dieci anni di vita di Perla del Garda”.

Anni sicuramente molto impegnativi, segnati dalla progressiva affermazione di un’azienda che, partita da un’attività concentrata sulla vendita delle uve, è cresciuta fino a diventare una realtà produttiva di ampio respiro, caratterizzata per altro da una rete di commercializzazione autonoma ma soprattutto da un percorso di progressivo, certosino miglioramento qualitativo del prodotto.

“La nostra connotazione è stata fin dall’inizio fortemente legata all’identità del Lugana – spiega Giovanna -. Ci piace la sfida di interpretare la nostra uva autoctona in tipologie diverse, sempre lavorate in purezza ed in piana fedeltà al vitigno ed al territorio. Per questo nella nostra gamma oggi sono presenti tutti i vini previsti dal disciplinare, anche i meno diffusi come il Riserva, il Metodo Classico, il Vendemmia Tardiva”.

Perla del Garda è oggi una realtà da 30 ettari vitati: 23 sono quelli storici, cui se ne sono aggiunti altri 7 in epoca più recente. L’azienda vinifica esclusivamente uve di propria produzione in modo da poter certificare l’intera filiera produttiva fin dall’origine con un disciplinare di tracciabilità interna. In dieci anni la produzione è raddoppiata, partendo dalle iniziali 60 mila bottiglie per arrivare alle attuali 120 mila. Ci sono spazi per crescere ancora, ma l’obbiettivo è quello di mantenere le dimensioni di una cantina a forte vocazione agricola.

Perla

“Non ci interessa diventare solo un brand – spiega Giovanna -. Vogliamo piuttosto lavorare e crescere nei parametri di una reale sostenibilità ambientale: per questo abbiamo introdotto dei protocolli certificati per ridurre l’impatto della produzione sul territorio, e nell’ambito di questo progetto abbiamo cominciato anche un percorso di parziale conversione al biologico. Attualmente il progetto riguarda solo 4 ettari, che saranno certificati a tutti gli effetti con la vendemmia del 2016, consentendoci di uscire sul mercato con una prima produzione bio nel 2017”.

Anche questo pare destinato a diventare un ulteriore motivo di interesse verso Perla del Garda, che già a tutt’oggi ha saputo farsi largo sul mercato con una gamma di 15 etichette, nella quale ovviamente a farla da padrone sono i sei Lugana.

“La nostra collina morenica in comune di Lonato ha una particolarità geomorfologica che fin dall’inizio ha dato sfumature diverse ai nostri Lugana – spiega Giovanna -. I suoli dove crescono le nostre vigne sono calcarei e minerali, diversi quindi rispetto ai classici territori argillosi vicino ai laghi: per questo abbiamo sempre cercato di dare evidenza alla sfumatura che poteva emergere solo in questa zona di confine a sud dell’area Doc, caratterizzata anche da un’esposizione diversa con maggiore areazione e più ampie garanzie di sanità delle uve raccolte. Devo dire che da dieci anni a questa parte le aree vitate nei pressi della nostra cantina sono molto cresciute: segno che non siamo stati gli unici a credere nelle peculiarità di questa zona”.

Il 2015, come già anticipato, si è chiuso nel segno di riconoscimenti importanti: il Lugana Riserva 2013, ad esempio, ha conquistato i Quattro Tralci, massimo riconoscimento assegnato dai sommelier Ais,Due premi importanti. E poi sono arrivate le già citate Cinque Sfere per il Castel Guelfo: un metodo classico extra brut con 72 mesi di lieviti sulle spalle, prodotto solo in magnum, che dimostra la versatilità già aquisita dall’azienda. “In questo caso il Lugana, che rimane il nostro core business, non c’entra nulla perché le uve utilizzate sono solo Chardonnay – afferma Giovanna -. Ma questo è un vino importantissimo per noi: basti dire che abbiamo voluto chiamarlo con il nome della cascina di Castelletto di Leno, in provincia di Brescia, dove i nostri nonni hanno insegnato a me ed a mio fratello Ettore l’amore ed il rispetto per la campagna. Sicuramente sarà la nostra etichetta di punta per il 2016”. E quasi a confermare la volontà di sperimentare oltre i confini della denominazione di riferimento, Giovanna annuncia per il 2016 il Filorosso, un Merlot 100% realizzato a quatto mano con il celebre enologo Gianfranco Fino.

La bottiglia.

La gamma di Perla del Garda, l’abbiamo detto, è molto ampia e ricca di potenziali sorprese: 6 Lugana, un rosato, 3 rossi, quattro metodo classico, un passito… Ma il fiore all’occhiello della produzione, quello che meglio identifica la cantina, è probabilmente il Lugana Riserva Madre Perla: un prodotto ampio e complesso, che nasce da uve raccolte in vigna in stato di maturazione leggermente avanzato, vinificate esclusivamente in acciaio attraverso la tecnica del batonnage con permanenza sui lieviti per ben 12 mesi. Segue il riposo in bottiglia prima dell’approdo sul mercato a due anni dalla vendemmia come previsto dal disciplinare di produzione: l’annata attualmente in commercializzazione, il 2011, racconta tutte le potenzialità del Lugana come bianco longevo, da invecchiamento, da conoscere anche in questa sua versione maggiormente matura ed evoluta, magari con l’ideale accompagnamento di un risotto al pesce di lago.

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