Il biologico? Una scelta inevitabile. Parola di Lucia Zuliani.

“Per poter andare avanti è necessario fare un passo indietro”. Poche ma significative parole, per sintetizzare una decisione incontroverbile come il passaggio all’agricoltura biologica. Lucia Zuliani, che guida l’omonima e azienda agricola di Padenghe (17 ettari totali, 10 quelli vitati), ha pronunciato questa frase qualche tempo fa, in un altro contesto, illustrando la storia della propria cantina ad un gruppo di ospiti: oggi ha scelto di recuperarla ritenendola perfetta per raccontare la conversione aziendale alla nuova metodologia colturale, inaugurata nel 2011 con il consueto periodo di anticamera triennale.  Quella del 2014 è stata quindi la prima vendemmia certificata a tutti gli effetti: quest’anno arriveranno sul mercato le prime bottiglie ufficialmente bio, soprattutto per quanto riguarda le tipologie Bianco e Chiaretto. Ci vorrà invece più tempo per i rossi, che per scelta aziendale vengono sottoposti ad affinamenti minimi di due anni.

“Sono veramente convinta che per andare avanti sia necessario tornare indietro, ai tempi cioè in cui il biologico era la normalità anche se nessuno lo chiamava così – spiega Lucia, che guida con passione l’azienda di famiglia con la madre Eleonora dopo la scomparsa nel 2013 del padre Emilio, un vero antesignano nella storia della produzione vitivinicola gardesana -. Per noi in fondo non si tratta che di recuperare la nostra storia, considerato che la nostra famiglia produce vino dal 1589 in questa stessa sede. In fondo sono tornata a fare quello che faceva mio nonno, confrontandomi con mio padre prima della sua scomparsa: ed ora sono convinta che non ci sia altra strada”.

I primi risultati? Estremamente soddisfacenti. “I vini sono cambiati, la qualità è secondo me migliorata. Il biologico è un mezzo per potenziare il legame con il terroir, che per una zona come la Valtènesi è un imperativo per sfuggire alle insidie della globalizzazione”.

Zuliani esporta circa l’80% della produzione: in questa quota sono comprese anche le vendite alla clientela straniera che il vino viene a comprarlo direttamente a Padenghe, anche per visitare la storica e splendida cantina del ‘500. La produzione complessiva è di circa 50 mila bottiglie.

LA BOTTIGLIA

L’etichetta da provare assolutamente? Sicuramente il “Paxtibi”, un brut nature metodo classico senza aggiunta di zucchero e liqueur realizzato esclusivamente tramite vinificazione in bianco del Groppello, l’uva rossa autoctona della Valtènesi: davvero la bollicina che non ti aspetti, capace di restituire nel bicchiere tutte le singolarità di questo territorio nonché di interpretare in modo innovativo e piacevole l’unicità di questo vitigno.

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