La Guarda, un Inchino per il Groppello

Nel mondo del vino esiste inderogabilmente una tipicità, che va rispettata, seguita, anche interpretata con personalità ma senza tradirne lo spirito più positivo. E poi esiste la sperimentazione, che spesso si esprime soprattutto in piccole nicchie produttive ad alto tasso di curiosità per palati particolarmente curiosi. Due differenti visioni che all’agricola La Guarda hanno trovato il modo di convivere: la cantina di Castrezzone di Muscoline ha saputo in effetti farsi una certa fama grazie ad idee spericolate ma di successo come il Groppello Chinato Inchino, ma allo stesso tempo si conferma come un avamposto della tradizione più strettamente legata al territorio gardesano attraverso la produzione delle tipologie più classiche come i Chiaretti ed i rossi a base Groppello, che naturalmente rappresentano il core business dell’attività.

La Guarda è un’azienda di confine, situata agli estremi margini della Valtènesi, in un’area collinare dell’entroterra con una vista davvero unica: alle caratteristiche del magnifico panorama di cui si gode una volta saliti sulla collina del Monte Cassone occhieggia del resto il nome della cantina, oltre che al vicino monte Guarda. Ci troviamo su una delle sommità vitate più elevate della Valtènesi, dove nel 1970 è arrivato il milanese Angelo Negri, già attivo nella cintura periferica meneghina con una cantina commerciale. Oggi l’azienda è condotta dal figlio Luigi, che ci lavora dal 1988 e l’ha definitivamente rilevata nel 2008: una realtà da 20 ettari totali, di cui 11 vitati, in buona parte accorpati nella tenuta intorno alla cantina, e per il resto situati nel vicino comune di Polpenazze.

“Il vitigno prevalente è naturalmente il Groppello – spiega Gigi Negri -. Le piante sono di età variabile: vi sono vigne che risalgono ancora ai primi anni ’70 e forse sono oggi fra le più vecchie ancora in produzione in provincia di Brescia, mentre il resto è stato progressivamente rinnovato nel corso del tempo perché ogni anno reimpianto piccole porzioni di vigneto”.

Un contesto geomorfologico particolare quindi, per 30 mila bottiglie suddivise in una gamma di ben 7 etichette: Valtènesi Doc, Valtènesi Chiaretto e Groppello Garda Classico rappresentano oltre la metà di una linea arricchita anche da un Marzemino in purezza, da due bollicine metodo Charmat (lo spumante 105 in versione sia Rosè che Blanc) e dalle suddette etichette particolari. Non solo il già citato “Inchino”, ma anche il “Sabbioso”, un rosso Igt Benaco Bresciano.

“E’ un Sangiovese in purezza – spiega Negri-. Non esattamente una cosa che si trova dappertutto dalle nostre parti: noi abbiamo deciso di produrlo ancora anni fa in quanto abbiamo potuto appurare che sulla nostra collina uno dei vitigni più rappresentativi del panorama enologico nazionale si esprimeva in modo davvero molto particolare e positivo, naturalmente se trattato con e dovute attenzioni. Il Sabbioso viene quindi prodotto solo in annate favorevoli da uve Sangiovese vendemmiate in stato di maturazione leggermente avanzata: seguiamo un processo di vinificazione tradizionale e poi dopo un paio d’anni procediamo ad un affinamento in tonneaux da 500 litri di rovere di Slavonia, dove resta per ancora 18-24 mesi a seconda delle annate per poi fare altri 6 mesi di riposo in bottiglia. Attualmente siamo fuori con il 2009”.

La Guarda è un’azienda che punta molto sulla vendita diretta, diretta in particolar modo ai turisti, oltre che sugli eventi in cantina.

“Collaboro da anni con diverse strutture alberghiere proponendo la visita guidata – spiega Negri -. Conduciamo le degustazioni in modo semplice ma coinvolgente, affinchè il visitatore si porti a casa non solo le bottiglie ma anche il ricordo del luogo e dell’accoglienza ricevuta. Negli ultimi anni questo canale si è sviluppato molto grazie anche ad eventi consortili o di altre associazioni come il Movimento del Turismo del Vino. Sono 23 anni che partecipiamo a Cantine Aperte, l’evento dal quale è partito quel concetto di enoturismo che è ormai diventato il perno della nostra attività: e del resto credo che per una realtà come la nostra sia fondamentale cercare di intercettare quell’utenza di otto milioni di visitatori che ogni anno viene a scoprire la sponda bresciana del lago di Garda ed i suoi prodotti”.

Dalle visite dirette in cantina sono del resto maturati anche i contatti che stanno portando i vini targati La Guarda anche all’estero. “Stiamo aumentando notevolmente le esportazioni in Germania ed Olanda e da poco abbiamo cominciato a vendere anche in Inghilterra: ma questo sempre e solo grazie a persone che erano in vacanza nelle nostre zone, sono venuti a visitare l’azienda e si sono appassionati ai nostri vini fino a decidere di importarli nei propri Paesi”.

 

La Bottiglia.

 

Come detto, la gamma de La Guarda si caratterizza tanto per i vini della tradizione quanto per chicche come l’ormai affermato Groppello Chinato Inchino, che viene prodotto da otto anni ormai ma continua a rappresentare un’esperienza unica in zona, oltre che una delle più estreme interpretazioni cui sia stato sottoposto il vitigno autoctono della Valtènesi.

“L’idea mi è venuta durate l’assaggio di un Barolo Chinato che mi aveva letteralmente folgorato – spiega Luigi Negri -. Volevo provare a cimentarmi con qualcosa che ancora nessuno aveva sperimentato in zona per produrre un vino da dedicare a mio padre, ed allora ho provato a verificare se il Groppello potesse prestarsi al medesimo procedimento. Dopo le innumerevoli prove del caso compiute in collaborazione con una distilleria, naturalmente piemontese, ho deciso che i risultati erano abbastanza convincenti per provarci”.

Luigi Negri

 

Alla base dell’Inchino c’è il medesimo vino Groppello prodotto dall’azienda in versione nomale, che ha però bisogno di un paio d’anni di legno prima di venir portato in distilleria per essere sottoposto alla procedura di aromatizzazione, attraverso l’infusione a freddo di erbe, radici, essenze, spezie aromi e corteccia di China. Ne nasce un prodotto a 17°, pensato per l’accostamento al cioccolato e non a caso abbinato ad una pralina ripiena del vino stesso ideata da Negri e prodotta da una pasticceria locale.

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