Delai, il Groppello fra tradizione e innovazione

Nascosta tra le colline della Valtènesi, nella quiete di un paesaggio dove le giornate sembrano scandite da ritmi d’altri tempi, pulsa ancora l’anima di una viticoltura famigliare, profondamente radicata nelle tradizioni del territorio ma anche aperta all’innovazione nel nome del costante miglioramento qualitativo: l’azienda agricola Delai, a Puegnago del Garda, rappresenta un esempio virtuoso di rinnovo generazionale nel segno della continuità. Un’attività che l’attuale proprietario, Sergio Delai, ha raccolto vent’anni fa dalle mani del padre Natalino (per altro tuttora al suo fianco per i lavori in campagna) dopo aver capito che la vita nel mondo dell’industria non faceva per lui. La vigna invece lo ha sempre affascinato fin da piccolo: e fra le vigne ha deciso di tornare per espandere l’attività paterna e scommettere sul suo futuro.

Oggi, l’agricola Delai, quasi isolata fra le contrade di Puegnago, su un balcone naturale dal quale si gode uno di quei panorami mozzafiato che solo il lago di Garda sa regalare, è una realtà da 11 ettari vitati, cui se ne aggiungono due di oliveto. Dimensioni cui Sergio è arrivato con pazienza, partendo da un patrimonio di due ettari e raddoppiando nel corso dell’ultima decade una produzione oggi arrivata a 90 mila bottiglie ed articolata in sei etichette.

“Mio padre è stato il mio grande maestro di vinificazione – racconta Sergio-. Lui ha sempre lavorato con un occhio di riguardo verso la qualità finale del prodotto, e mi ha insegnato a rispettare la tradizione: cosa che oggi io continuo a fare, senza però dimenticare che tecnologia ed innovazione possono dare risultati fondamentali per migliorare il prodotto senza stravolgerne l’identità”.

Da qui la grande attenzione alle lavorazioni nei vigneti, che sono suddivisi in diversi appezzamenti tra Puegnago, Raffa e Polpenazze, tra impianti recenti di età compresa fra i 15 e 18 anni ed alcune vigne storiche dei primi anni ’50, tutt’ora in produzione. “Cerco sempre di riservare grande cura alle pratiche di defoliazione e diradamento, necessarie per arrivare al tempo di vendemmia con un frutto in perfette condizioni – spiega Sergio -. Inoltre vinifichiamo separatamente le partite di ogni vigneto, per sfruttare al meglio le peculiarità che contraddistinguono i diversi terreni”.

Il Groppello, va da sé, è il vitigno principale, seguito a ruota dal Marzemino, che negli ultimi anni Sergio ha scelto di incrementare sull’onda del successo riscosso dal Sovenigo, un Benaco Bresciano Igt (Marzemino, per l’appunto), nel quale un 20% circa di uve viene sottoposto ad appassimento prima della vinificazione. E’ questo per altro un procedimento applicato anche all’autoctono Groppello nel Mogrì, l’etichetta più rappresentativa di Delai (ne parliamo separatamente a fondo pagina), ed anche ad altre tipologie di una gamma particolarmente spinta sui rossi, fra cui spicca anche la sorpresa di una inusuale Barbera (si chiama Fronsaga, è affinata in barrique nuove per due anni ed il millesimo proposto attualmente è il 2010). Non manca naturalmente il Chiaretto, cui è stato assegnato il nome di Notterosa (marchio registrato): Delai lo produce nell’ambito della Doc Garda Bresciano, e quest’anno si presenta agli appassionati con un corredo di profumi delicatissimi e davvero inebrianti grazie ad una vendemmia straordinaria.

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“E’ sempre stato un vino importante per noi, ma lo è diventato ancor di più in questi ultimi anni – spiega Sergio -. La richiesta ha continuato a crescere e noi abbiamo di conseguenza adeguato la produzione anche se la nostra vocazione principale è stata sempre orientata soprattutto sui rossi”. L’uvaggio del Chiaretto è anche alla base di un delicato spumante rosè metodo Charmat. E fra i diversi prodotti della gamma aziendale non si può dimenticare l’extravergine, una piccola produzione da 1300 litri nella quale trova spazio anche un monocultivar Casaliva.

L’azienda Delai è una realtà a conduzione completamente famigliare, nella quale Sergio è affiancato dalla moglie Raffaella che cura gli aspetti commerciali della cantina: quasi consequenziale che l’attività primaria sia quella della vendita diretta, alimentata anche dalla realizzazione di un curatissimo shop interno e dalla disponibilità all’apertura quotidiana al pubblico (anche se è sempre meglio un preavviso telefonico prima di recarsi in loco). “Negli ultimi anni si sono sviluppate molto anche le degustazioni in cantina, che effettuiamo volentieri ma solo su prenotazione – conclude Sergio-. E bene stanno andando anche le esportazioni: i nostri vini sono arrivati persino in Cina, anche se il primo mercato rimane sempre la Germania”:

 

La Bottiglia.

 

La vocazione primaria di Delai è orientata ai rossi e quando gli si chiede qual è il vino che ama di più la risposta è pronta: il Garda Bresciano Groppello Mogrì. Vino invero particolare, in cui l’uva che contraddistingue e rende unico il territorio della Valtènesi viene sottoposta in parte ad appassimento (la percentuale sul totale oscilla tra il 15 ed il 18%) prima della vinificazione. “Non tutti in zona utilizzano questa pratica che noi invece adottiamo da sempre e che in questi anni abbiamo in verità anche rafforzato – spiega Sergio -. Le uve sono appassite in cassetta per circa 40 giorni, per aumentare la complessità del vino e la struttura, ma anche per dare maggior longevità al prodotto”.

Mogrì è il nome della località di Puegnago dove è coltivata la vigna destinata alla realizzazione di questa etichetta: un terreno collinare esposto a sud, immediatamente sotto gli affascinanti laghetti di Sovenigo, dove le uve vengono vendemmiate con molta attenzione al giusto grado di maturazione. La vinificazione avviene in acciaio, e l’assemblaggio finale con le partite poste in appassimento rimane in vasca “un inverno ed un’estate”, per arrivare sul mercato a poco meno di un anno dalla vendemmia, tra luglio ed agosto: il risultato porge al naso le caratteristiche note speziate e di bacca rossa, per un vino in equilibrio fra buona alcolicità ed esaltazione del frutto.

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