Gelinaz, eccellenza “Made in Japan” sul Garda

Circola in rete l’articolo entusiasta di un blogger secondo il quale chi a Tokyo può andare in un solo ristorante a una stella, dovrebbe scegliere senza alcun dubbio il Den. Per un manipolo di fortunati gourmet gardesani non c’è stato tuttavia bisogno di volare fino in Giappone per assaggiare la cucina di Zaiyu Hasegawa: il giovane e pirotecnico chef del Den è infatti stato “re per una notte” al Lido 84 di Gardone Riviera, dove è stato spedito dalla grande roulette globale di “Gelinaz Shuffle”, evento mondiale che, nella giornata di giovedì 10, ha visto quaranta fra i più importanti chef del mondo scambiarsi i rispettivi locali per una grande cena all’insegna del confronto fra le ultime tendenze gastronomiche globali.

Un’idea azzeccata e a suo modo geniale, che già in occasione del debutto dello scorso anno coinvolse lo chef Riccardo Camanini del Lido 84, senza ombra di dubbio uno degli astri nascenti della nuova cucina italiana. La scelta è stata riconfermata quest’anno, consentendo così al Lago di Garda di tornare in primo piano sul palcoscenico di una manifestazione snodatasi tra Usa ed Australia, Cile e Slovenia, Francia e Perù e via elencando.

Spedito a Copenhagen nelle cucine del ristorante Amass, Riccardo ha quindi lasciato i suoi fornelli e la sua brigata al talentuoso Hasegawa, funambolico interprete in chiave ludica e giocosa della tradizione kaiseki, protagonista a Gardone di una vera e propria “performance” in bilico tra la proposta di alcuni “highlights” della sua cucina e la rivisitazione in chiave “Far East” di alcuni classici della carta del Lido. Ad esempio Spaghettone Burro e Lievito di Birra lodato anche da Alain Ducasse (che cucinò al Lido nel corso del Gelinaz 2015) è stato riletto in sontuosa versione con bottarga di tonno preparata dallo stesso Zaiyu con marinatura in sakè autoprodotto, mentre la Cacio e Pepe in Vescica è stata preparata con patate e rape invece che con i rigatoni, in un “Omaggio alle Fattorie Italiane” che ha dimostrato quanto le verdure, se di eccellenza e sapientemente trattate, possano costituire da sole un piatto seducente. Davvero da applausi.

Assolutamente deliziosi poi gli “scherzi” pop per cui Hasegawa è conosciuto in patria come la Monaka, golosissimo “appetizer” costituito da un wafer ripieno di foie gras e castagne confezionato e servito come una merendina da supermercato, mentre il Dentucky Fried Chicken, una versione del famoso pollo fritto americano da fast food, è stato consegnato “a domicilio” da un finto fattorino in scatola di cartone. Il dolce? Una crema di latte con caramello e tartufo servito in bicchierino di carta alla Starbucks, per l’occasione storpiato in Starback perché il Den spera di riconquistare la seconda stella perduta lo scorso anno. Noi tifiamo per lui: lo merita la sua simpatia, la sua verve sostenuta da tecnica e sostanza, ma anche l’umiltà con la quale ha aderito in maniera ideale al concept di Gelinaz, accettando il confronto a tutto campo.

“Siete fortunati, l’Italia è un paese incredibile – ha detto Zaiyu dopo aver fatto tatuare, come ultimo folle bonus a tutti i presenti, la parola Gelinaz sul braccio -. Sono stato qui quattro giorni, ho girato per aziende agricole, macellai, pescatori: che posto straordinario. Sono stato felice di aver rubato per una notte il posto a Riccardo: anche perché la sua squadra è davvero meravigliosa”.

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